Tre giorni in Austria: abbastanza per innamorarmene e convincermi che dovrò tornarci.
Tre giorni che sono sembrati molti, molti di più: tre giorni intensi e ricchi di emozioni, alla faccia di chi dice che non vale la pena muoversi da casa per poche ore.
Tre giorni scanditi da ritmi elevati che trovavano un equilibrio tra un tuffo in piscina e una ricca cena a base di piatti tipici; tre giorni che sono bastati per farmi tornare a casa diversa da come ero partita e non si può chiedere di più da un viaggio.
E’ mattina e mi sto vestendo nel modo adatto per onorare la tradizione del posto: Schladming è una rinomata località sciistica e il turismo legato agli sport invernali è la maggior risorsa del posto. Per l’occasione ho scelto una tuta da sci firmata The North Face: da sempre sinonimo di qualità e affidabilità anche nelle situazioni climatiche più estreme, The North Face cura l’estetica creando giacche per la neve belle. Sì lo so, potrei sembrare frivola ma l’occhio vuole la sua parte, non credete? E con The North Face ho fatto la mia bella figura sulle piste austriache.
Dopo aver noleggiato uno snowboard (io ho preso la mia attrezzatura da Interasport Planai: decisamente il posto migliore per scelta e assistenza!) salgo sulla cabinovia che in venticinque minuti circa mi porta fino a milleottocento metri di altezza, là dove inizia il divertimento. Chi mi conosce sa che sono un tipo da spiaggia (nonostante la mia carnagione color latte sembra dire il contrario): amo il rumore delle onde, il fruscio dell’acqua sulla battigia, il sale che tira la pelle e la sabbia che rimane addosso nonostante la doccia. Nonostante ciò, non so descrivervi la meraviglia che mi ha sorpreso mentre ero in Austria, a partire dal mio arrivo sulle piste: la distesa bianca tutt’intorno, il bagliore del sole che fa stropicciare gli occhi nonostante gli occhiali da sole, il contrasto mani fredde e viso caldissimo. La pace che si respira in montagna è il motore che mi ha fatto amare questa località: paesaggi da cartolina ovunque volgessi lo sguardo, il vento che agita i capelli durante la discesa sulle piste. Il silenzio smorzato solo da qualche bambino felice di sfrecciare a tutta velocità sopra un paio di mini scii color fluo. Le ore che passano senza che tu te ne accorga, tra una birra sorseggiata dalla sdraio posizionata al sole e quattro chiacchere. La discesa in cabinovia dettata solo dallo stomaco che brontola per la fame, le mille Instagram Stories fatte per immortalare la bellezza della natura. La mia prima (e unica) sciata della stagione in Austria: qualcosa che non dimenticherò presto.
Tra un tuffo in piscina e una rilassante sauna, ho trovato la forza (perchè di forza morale si parla se si tratta di abbandonare il paradiso del relax dentro il nostro albergo) per fare quattro passi nel cuore pulsante di Schladming: una perla tra le montagne che deve tutto al turismo. So che non è per nulla tipico ma qui ho mangiato uno degli hamburger migliori di sempre e sempre qui mi sono persa tra le offerte dei numerosi negozi di abbigliamento sportivo.
|TIP| Se siete in zona, vi consiglio di consultare il sito dell’ente del turismo Planai: così sarete sempre aggiornati su eventi e novità.
Il secondo giorno in Austria ha portato con sè tutto il significato che dopo ho assegnato a questa esperienza: una giornata all’insegna delle sfide e delle risate, perchè non c’è nulla di meglio che spostare l’asticella un po’ più in là e non c’è cosa migliore del riscoprirsi vicini a persone solitamente lontane.
Il ghiacciaio di Dachstein sorge a 2700 metri di altezza e vi si arriva con una cabinovia che in soli cinque minuti copre un dislivello di oltre 1000 metri: deboli di cuore astenersi, anche perchè è possibile fare il viaggio dal tetto della cabinovia per un’esperienza ancora più unica (e se ve lo state chiedendo: sì, ero tra quelli sul tetto della cabinovia!). Una premessa doverosa: soffro di vertigini da sempre.
Cerco di tener a bada questa paura che spesso è talmente irrazionale che mi prende anche in situazioni dove le altezze sono pochissimi metri o meno; ci convivo e va bene così. Quando mi hanno descritto quello che stavamo per fare quel giorno in Austria, avevo il cuore a mille e le foto (spettacolari) scovate su Google non erano riuscite a convincermi del tutto. Come si dice? Ora che siamo in ballo, si balla. Ho finto disinvoltura per tutti i cinque minuti del tragitto con la cabinovia e una volta arrivati in vetta le cose non sono migliorate per nulla: davanti a noi il ghiacciaio in tutta la sua magnificenza e la Sky Walk in lontananza.
Mi vanto sempre di voler vedere più che posso di questo mondo, spuntare più voci che posso dalla bucket list delle cose da fare eppure per un attimo ho avuto voglia di dire “no Maria io esco”. Ed è stata la bellezza di ciò che avevo davanti agli occhi a farmi dire che non esiste proprio che qualcosa possa fermarmi.
La Sky Walk è una spettacolare passeggiata sospesa a 2700 metri, il ghiacciaio del Dachstein intorno e sotto il nulla. Un’esperienza capace di far rabbrividire anche i più impavidi, un’esperienza che tutti dovrebbero fare perchè la sensazione è quella di essere a un passo dal cielo. I passi incerti resi instabili dal freddo vento, il ponte trasparente sotto i miei piedi e la straordinaria bellezza delle montagne. Il cuore batteva sempre a mille, lo ammetto, ma quel che ho ottenuto valeva ogni singola palpitazione, ogni singola goccia di sudore: la forza di non fermarsi davanti all’ostacolo più grande, me stessa. Io sono la mia forza e la mia debolezza allo stesso tempo e quel pomeriggio, tra le vette austriache, ho capito che nulla è insuperabile e tutto è possibile. Ho capito che la vita è una e io voglio viverla al 100%.
Dopo aver camminato sulle nuvole, il cuore a mille e il naso congelato, tutto può sembrare piccolo e privo di significato: cosa potrebbe succedere di altro?
E così, un pomeriggio in Austria all’ora del the, saliamo su un furgoncino che a tutta birra ci porta su e giù per le tortuose stradine di montagna: il nostro driver non parla molto bene l’inglese ma ride, un sacco e ci offre un bicchierino pieno di un liquido liquoroso color rosso amarena.
Già da questo avremmo dovuto intuire che sarebbe stata una serata epica.
Raggiungiamo la malga Sonnenalm che sono appena le cinque del pomeriggio e il sole che filtra dalle colline regala uno spettacolare gioco di luci e ombre: verde, verde a perdita d’occhio mentre, seduti su delle panche in legno, sorseggiamo birre e parliamo del più e del meno. Mi avevano avvisato dell’ospitalità degli austriaci, ospitalità che si vede anche dalle piccole cose come questa: non fai tempo a finire un boccale che al suo posto ne trovi un altro traboccante.
Le risate si sprecano e presto dimentichiamo che stiamo bevendo a stomaco vuoto: la vita è una, perchè perdere tempo a contare i bicchieri vuoti?
Il sole sta calando e ci affrettiamo verso l’interno della malga: un locale accogliente che fa molto baita di montagna, ci sediamo al nostro tavolo e in men che non si dica siamo catapultati in un’autentica cena stiriana: diversi tipi di tagli di carne, verdure, salse d’accompagnamento e ovviamente litri di birra.
Il proprietario ci porta dei rompicapo in legno e, complici i bicchieri di troppo, non riusciamo a risolverli ma in cambio ridiamo, ridiamo un sacco.
Questa cena ha il ricordo del calore che senti in fondo al cuore quando torni a casa dopo una giornata infernale, felice di accoccolarti nell’unico angolo di mondo che ti appartiene: la malga Sonnelnam mi ha fatto da casa per un paio di ore e non lo dimenticherò mai. Viaggiare è sentirsi a casa anche quando casa non è.
I ricordi si fanno confusi, lo ammetto: ricordo un dolce buonissimo, Kaiserschmarren: una frittata dolce servita in una padella posta al centro della tavola, accompagnata da confetture e creme. Ricordo un cicchetto servito dentro un bicchierino fatto a cialda di gelato; ricordo una canzone tipica accompagnata dalla fisarmonica e un balletto di accompagnamento che ci ha fatto alzare in piedi, salire sulla sedia, tirare su il tavolo, appoggiare il tavolo, scendere dalla sedia, nascondere sotto il tavolo.
Ricordo le stelle, le bellissime stelle: il cielo quasi nero e puntini luminosi ovunque e la luna che illuminava la notte buia meglio di qualsiasi luce artificiale.
Ricordo il ritorno verso l’albergo, le risate chiassose dovute all’alcool che si affievolivano lasciando spazio alla consapevolezza della giornata appena terminata: quando vivi qualcosa di bello vorresti viverlo all’infinito e l’unico modo sono i ricordi.
Questo mini viaggio in Austria è stato molto più ricco di tanti altri e solo a pensarci mi sembra impossibile che tutto sia successo in settantadue ore e poco più.
Sciare tra le valli dello Schladming e trovare ristoro in una birra da sorseggiare comodamente dalla sdraio vista sole; concedersi un hamburger giù in paese dopo aver cercato una calamita da aggiungere alla collezione; rilassarsi nella piscina dell’albergo ogni volta che si può, via lo stress; sfidare ogni paura camminando sul nulla, il ghiacciaio a quasi tremila metri sotto e niente di più; cantare a squarciagola con un cicchetto in una mano mentre con l’altra si tenta di tirare su il tavolo.
L’Austria è stato il luogo dove mettere da parte le paure, prendere il coraggio a due mani e decidere di rischiare perchè la vita è una e voglio viverla al cento per cento.
Grazie a Skiamade || Derdachstein || Schladming Dachstein ||
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