Mattina, sveglia presto.
Il sole che batte su Sacramento è caldo e ci infiliamo in macchina di buon ora, direzione nord.
Non siamo nemmeno a metà strada e lo scenario intorno cambia completamente aspetto: verde, tantissimo verde.
Alberi dalle fronde prominenti, macchie rigogliose di vegetazione, scorgiamo un ruscello farsi largo tra le rocce che si stagliano dalla terra rossastra: ci stiamo arrampicando verso il Nevada.
Poche, pochissime case qua e là dall’aspetto campestre: piccoli ranch, costruzioni che sembrano quasi baite con contaminazioni prese dai film del vecchio Far West.
Una colazione (bis) in un diner che sembra uscito dalla Signora in Giallo: caffe dalla brocca servito in tazze colorate differenti l’una dall’altra, ognuna riportante un nome di una località diversa.
La destinazione del giorno è il bellissimo Lake Tahoe, conteso tra California e Nevada: una distesa d’acqua dolce colonizzata da tribù indiane fino alla fine del 1800, un paradiso che è rimasto tale grazie allo sviluppo turistico che cominciò solo a metà del 1900.
I retaggi di un popolo che qui aveva fondato la culla della vita si sentono ben prima di raggiungere le sponde del lago: ben prima di incontrare Tahoe City ci imbattiamo in un mercatino dell’usato che ha dello straordinario.
Una distesa di camper Volkswagen, tende, teli e banchetti; un’anziana signora ci chiede il dollaro che permette l’accesso e imprime sul palmo della mano un fiocco di neve d’inchiostro.
E’ metà mattina e il sole picchia nonostante l’altitudine: il lago Tahoe si trova a millenovecento (!) metri sul livello del mare eppure fa caldo come a Sacramento (leggi: fa caldissimo).
Ovunque scorgo tratti somatici da indiani d’America, monili artigianali, manufatti bonheur e oggetti che mi catapultano lontano: qui non è California, qui è qualcosa di lontano e mistico e affascinante e non so bene cosa ma so che mi piace, essere qui e osservare ciò che sembra vita pura e nulla più.
Lasciamo il mercato a mani vuote con il cuore pieno di emozioni nuove.
Direzione: Emerald Bay.
Piccolo consiglio per viaggiatori: informarsi per bene della presenza di feste, ricorrenze ecc.. durante il proprio soggiorno e organizzare le attività tenendo a mente dei possibili disagi (traffico, ad esempio).
Una grande verità che ho imparato sulla mia pelle e che non dimenticherò più.
La strada che porta alla Emerald Bay è bloccata, colonne di macchine immobili e il navigatore che segna più di tre chilometri per arrivare a destinazione.
Chiediamo informazioni: è il Memorial Weekeend e dato il grande volume di visitatori la Emerald Bay è visibile solo a piccoli gruppi alla volta: ecco spiegata l’origine dell’incolonnamento.
Aspettiamo, pazienti. Il tempo passa e siamo sempre là, sempre fermi, sempre lontani dalla destinazione.
A malincuore, per davvero, facciamo retrofront: il tempo a disposizione è poco e non possiamo passare la giornata lì, in macchina; sussurro una promessa a quel piccolo angolo di paradiso mentre ce lo lasciamo alle spalle: see you again, my friend.
Tahoe City è una vivace cittadina turistica dove le attività commerciali si sussuguono lungo l’assolatissima via principale.
Parcheggiamo, mangiamo e siamo pronti per la prossima avventura.
Il Memorial Weekend cade l’ultimo weekend di Maggio e questi sono i giorni dedicati al ricordo dei soldati caduti per la libertà degli Stati Uniti; questi sono i giorni dell’esodo di massa e delle attività chiuse, ahimè.
Così delle numerose escursioni possibili ne rimane a disposizione solo una e ce la facciamo bastare, eccome.
La Heavenly Gondola è una cabinovia panoramica che offre una vista mozzafiato a trecentosessanta gradi.
Abbiamo goduto del bellissimo scenario ospiti dello staff e quello che abbiamo visto è stato sensazionale: il lago in tutta la sua maestosità, quasi cinquecento kilometri quadrati di acqua blu topazio alla portata dei nostri occhi.
Dopo circa quindici minuti eccoci arrivati al punto panoramico: welcome to Malcolm’s Deck, il camminamento costruito nel 2000 dallo staff dell’impianto sciistico della Heavenly Valley.
Una visuale a tutto tondo che permette di vedere il Lago e le maestose rocce del Nevada.
The best view the whole world affords, diceva Mark Twain a riguardo di questa meraviglia naturale.
Perdersi nella contemplazione è un obbligo e il silenzio lungo il deck è quasi impressionante: la natura è il miglior spettacolo, sempre.
Back to the gondola, convinti di godere della vista della discesa.
E invece la cupola trasparente sale ancora, non molto a dire il vero, scollina il promontorio per arrampicarsi ancora un poco.
Scendiamo nel cuore della stazione sciistica, ovviamente chiusa ma che non manca di neve, che abbonda.
Mi sentivo una bambina ma la neve in California al 29 di Maggio non me l’aspettavo proprio e così via a zampettare qua e là, le scarpe zuppe e i piedi freddi: capitemi!
Una cioccolata calda (!) vista cielo-blu-neve-bianca-ottica: la mia idea di vacanza è questa, trovare l’inaspettato e sorridere di ciò, concedersi il tempo per perdersi in ciò che ci circonda cercando di afferrare tutto per portarlo sempre nel cuore.
Nonostante il caos di turisti, nonostante le attrazioni chiuse – it has been a pleasure, Lake Tahoe.
Grazie mille, come sempre, a Visit California | Master Consulting FL per l’occasione ♥
CALIFORNIA DAY ZERO – PACIFICA
CALIFORNIA DAY ONE – AROUND SAN FRANCISCO
CALIFORNIA DAY TWO – THE GOLDEN GATE BRIDGE
CALIFORNIA DAY THREE – SACRAMENTO
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