Certi viaggi fanno dei giri lunghissimi, vanno e poi tornano: questo è il caso della capitale ungherese, tante volte soggetto di conversazione e meta desiderata per una mini fuga lunga il tempo di un weekend o poco di più. Una volta avevo pure prenotato ma all’ultimo mi ero trovata nella condizione di non partire.
C’è un tempo per tutto e finalmente c’è stato il tempo per Budapest: vi porto con me alla scoperta di Budapest in tre giorni, are you ready?
BUDAPEST IN TRE GIORNI | INFORMAZIONI UTILI
La Parigi dell’est, come spesso è chiamata, è facilmente raggiungibile dall’Italia grazie ai tanti voli operati da svariate compagnie aeree.
Ho scelto di viaggiare con WizzAir partendo da Milano Malpensa e non potrei essere più soddisfatta.
Il volo Milano – Budapest dura appena 1,30h e la compagnia ungherese opera diversi voli nello stesso giorno, dato non trascurabile che mi ha permesso di prenotare il viaggio dell’andata la mattina presto e quello di ritorno la sera, sfruttando così al meglio i giorni a mia disposizione; in più con l’opzione Priority ho potuto portare con me in cabina il bagaglio a mano, oltre a una piccola borsa, e ho saltato la lunga fila durante l’imbarco: decisamente un servizio efficiente che consiglio a tutti i viaggiatori.
BUDAPEST IN TRE GIORNI | DOVE DORMIRE
Città eclettica e in movimento, quando è stato il momento di scegliere quella che sarebbe stata casa per un paio di giorni ho diretto la mia attenzione verso il quartiere ebraico: sede di gallerie d’arte, negozi di design, ristoranti e locali alla moda è decisamente the place to be in Budapest.
Brody House sorge in Brody Sandor Ut, nel cuore di Pest e difronte al National Hungarian Museum: appena varcata la soglia vengo trascinata in un’altra epoca dall’interno dell’elegante palazzo risalente alla metà del 1800 mentre ogni scalino, ogni passo percorso è una dichiarazione di bellezza architettonica.
Brody House è il matrimonio perfetto tra innovazione e tradizione, classico e moderno: ogni angolo è meticolosamente arredato con complementi di design mentre gli elementi originali risalenti a due secoli fa sono risaltati, galvanizzati da questa seconda vita. Il piano della reception, aperta dalle 8 del mattino alle 8 di sera, è anche il piano della colazione, del bar e delle grandi sale comuni a disposizione dei clienti dell’albergo: tavoli di legno antico illuminati dalla luce del sole che filtra dalle grandi vetrate intaccate dai freddi inverni, divani ridondanti di cuscini, un camino attorniato da poltrone sono solo alcuni degli elementi che ti fanno sentire a casa anche a xxx chilometri di distanza dalla vera casa. Ho amato la colazione, servita fino alle 11.30 in settimana e prolungata fino alle 12 nei weekend; ho adorato la presenza di Honesty Bar, il bar a disposizione di tutti, a qualsiasi ora del giorno e della notte dove il barman e il consumatore sono la stessa persona: vai, serviti e annota quello che prendi su questo foglio, così recita il foglio appeso in prossimità del bancone. Perchè la fiducia è la base di tutto, sempre.
Sistemiamo i bagagli nella nostra camera, la Photo Room neanche a dirlo: qui ogni stanza ha un tema e la nostra è tappezzata di fotografie d’autore.
La cosa che più ho amato? L’assenza di televisione, dichiarazione d’intenti e di sentimenti: imparare a vivere senza distrazioni, partendo proprio dall’intimo di una camera da letto.
BUDAPEST IN TRE GIORNI | COSA VEDERE, COSA FARE
Città elegantissima, da scoprire seguendo i desideri del cuore e macchina fotografica al collo.
Budapest è rinascita dopo un passato doloroso, lo si capisce visitando la Grande Sinagoga ebraica: l’ingresso costa 4000 fiorini ungheresi (circa 12 euro) e comprende la visita guidata all’interno dell’edificio e al cimitero che sorge a ridosso dello stesso. La presenza del cimitero sarebbe vietata perchè la Sinagoga, in quanto luogo di culto e di fede, rappresenta la vita in contrasto con la morte: successivamente al grande freddo che colpì la città tra il 1944 e il 1945, migliaia di ebrei confinati nel ghetto ebraico morirono di stenti proprio nei pressi della Sinagoga, da lì la decisione di concedere loro la seppellitura in memoria del dolore e dell’orrore della Storia.
Il ghetto ebraico era diviso dal resto di Budapest da un muro di legno e filo spinato: nonostante non sia sopravvissuto ai nostri giorni, è possibile vedere una ricostruzione dello stesso in Kyrali Utca 15: si oltrepassa il cancello, si attraversa la corte interna dell’edificio dove il tempo sembra non essere passato e per un attimo sembra che la sofferenza sia ancora lì, cristallizzata. Perchè non si può e non si deve dimenticare.
Scarpe sul Danubio è un’installazione recente che vuole raccontare le atrocità del secolo scorso attraverso un impatto visivo semplice ma di grande effetto: decine e decine di scarpe sul ciglio della sponda del Danubio, decine e decine di donne, uomini e bambini che da quella sponda sono caduti per sempre. Respiro, osservo il blu dell’acqua e assimilo quel surreale silenzio nonostante mi trovi in mezzo alla città.
Il Castello di Buda si raggiunge percorrendo il Ponte delle Catene, uno dei tanti che attraversa il Danubio collegando Buda e Pest, e prendendo l’antica funicolare che permette una facile risalita del pendio: la vista della città è un panorama mozzafiato. Consiglio per i viaggiatori: comprate il ticket per la visita al castello in anticipo oppure preparatevi a una coda interminabile.
La gita in battello sul Danubio dura circa un’ora e permette di avere una visuale di Budapest diversa: il ponte delle Catene, il castello di Buda, il ponte e l’isola Margherita e infine il maestoso Parlamento, ricostruito dopo la seconda guerra mondiale in seguito ai gravi danni subiti. Un ottimo intermezzo di relax tra una visita e l’altra, esistono diverse compagnie che operano questa mini crociera tra cui le stesse dei City Sightseeing che prevedono dei pacchetti davvero convenienti.
La casa del terrore sorge al numero 60 della frequentatissima via dello shopping Andrassy Ut.: sede della polizia nazista prima, comunista poi, qui molti dissidenti e oppositori politici vennero arrestati, torturati e puniti con la pena di morte. Il prezzo del biglietto è di 3000 fiorini e non comprende l’audio guida che risulta indispensabile in quanto l’intera mostra è in lingua ungherese con pochi riferimenti in inglese, talmente pochi da non essere sufficienti per comprendere appieno. Situata su tre livelli, l’intera mostra gioca molto sulla spettacolarizzazione e quasi sembra sminuire quello che è stato; il piano interrato è quello delle prigioni e delle sale di tortura e solo a questo punto della visita riesco a capire l’opprimente desolazione che questo luogo di terrore ancora emana. Poco prima di raggiungere l’uscita, pareti con centinaia di foto in bianco e nero e sotto i nomi degli aguzzini: esecutori impuniti, molti ancora vivi. Perchè spesso si pensa che il tempo guarisca tutto ma per certe ferite non c’è soluzione.
Vi lascio alle foto, cliccate qui per vedere le Instagram Stories di Budapest!
BUDAPEST IN TRE GIORNI COSA VEDERE
shot with Canon EOS M50
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