Lunedì.
Il sonno che scarseggia, anche stanotte come le precedenti.
L’enebriante profumo di caffè, il rassicurante rito della colazione a casa, una coccola che da tempo non si trovava il tempo per dedicarsela.
I bagliori di una nuova alba, di un nuovo giorno penetrano tra le fessure delle tapparelle: troppa pigrizia tirarle su e svelare il mondo dalla finestra, sempre lo stesso e sempre diverso.
Lunedì.
Frasi non dette e frasi pensate, partorite tra i sogni disturbati di una notte tormentata.
Discorsi da fare, discorsi il cui destinatario coincide con l’oratore.
Parole che come un filo aggrovigliato si accavallano, coprono l’una l’eco dell’altra, si spintonano e si uniscono generando il caos.
Caos. Silenzioso e assordante, tutt’intorno la calma apparente.
Lost and found
Lunedì.
L’alba di un nuovo giorno, di una nuova settimana.
Lunedì.
L’ultimo di questo 2015.
Da dimenticare, chiudere in un cassetto; custodire gelosamente tra i tesori raccimolati lungo il percorso della vita; da prendere e mettere lì, a monito per il futuro.
Imparare dai propri sbagli: niente di più difficile.
Capacità critica e attenta osservazione, valutazione delle conseguenze, peso e importanza di certe azioni.
Lunedì.
Tempo di bilanci, non mi sono mai piaciuti.
Tempo di ripartire, qualcuno che mi presta un po’ di positività?
Lunedì.
Piccole fughe dalla realtà già programmate e grandi progetti che ancora non hanno lasciato la fortezza di chi li ha creati ma ciò non toglie valore alla loro potenzialità.
Lunedì.
Se ti senti triste, abbonda col rossetto e vai a conquistare il mondo.
Pronti partenza via.
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